mercoledì 10 giugno 2009

Vendola e la sinistra italiana




Ebbene sì: sono uno di quelli che alle ultime elezioni europee ha votato Sinistra e Libertà. E non PD. Nonostante il magro (ma non fallimentare) 3,1%, non sono affatto pentito della mia scelta.Io non sono mai stato un estremista in vita mia. Quando avevo 18 anni, tra i miei amici, gli estremisti votavano Rifondazione e i "riformisti" DS. Io facevo parte dei secondi.





Non ho mai sopportato gli slogan vuoti, le belle dichiarazioni di principio prive di possibilità di attuazione concreta. Non ho mai visto di buon occhio le visioni manichee del mondo, i "senza se e senza ma", le semplificazioni, i "valori" avulsi dalla realtà in cui i politici, volenti o nolenti, devono sporcarsi le mani. La democrazia si regge sul compromesso, sulla continua ridefinizione delle proprie posizioni, sull'arricchimento che viene dal confronto reciproco.

Il PD ha cercato di mettere insieme le due famiglie politiche più importanti della nostra storia: il cattolicesimo democratico e la sinistra post-comunista. Il fine era nobilissimo: modernizzare l'Italia, cioè abbassare il debito pubblico facendo pagare meno tasse a tutti, liberalizzare l'economia, rilanciare la crescita, scardinare i corporativismi, sconfiggere le sacche di criminalità organizzata, ammodernare lo stato di welfare e il sistema scolastico e universitario tagliando gli sprechi e dando a tutti la possibilità di competere nel mondo globalizzato.

Gli italiani non hanno dato fiducia al PD. Hanno preferito guardare indietro, al passato. Hanno ceduto ai richiami di un populista che li ha sedotti con le sue televisioni. Hanno preferito lasciarsi andare alle lusinghe di un mondo di cartapesta fatto di successo facile e senza sforzo, illusione di prosperità, frivolo divertimento, donne sempre disponibili. In grado di far dimenticare loro i problemi della realtà in cui vivono: immigrazione, difficoltà economiche, disocupazione crescente, etc.

Io ho sostenuto a lungo il PD perché ho sempre pensato che fosse l'unica alternativa concreta all'attuale governo. Sono tuttora convinto che il PD sia l'unico baluardo credibile contro Berlusconi. Di solito, però, quando inizia la fase dell'opposizione, un partito dovrebbe ascoltare la società, intercettare le sue ansie, i suoi motivi di scoramento, di incertezza, smarrimento. A maggior ragione quando il governo si mette ad attuare provvedimenti che vanno a colpire chiaramente gli interessi di una parte, in questo caso dei ceti più deboli e svantaggiati.

Il PD invece ha imboccato la strada dell'appeasement. Del fair-play a tutti i costi. Veltroni ha iniziato a ripetere come un disco rotto che "dobbiamo fare come nelle democrazie anglosassoni". Berlusconi gli ha riso in faccia e l'ha di fatto eliminato dalla politica italiana. Come un bulletto gradasso che sposta di peso un suo coetaneo pià mingherlino che si ostina ad invocare il rispetto delle regole. Come nella favola del lupo e dell'agnello.

Franceschini ha mantenuto di fatto la stessa linea: moralismo stucchevole, indignazione drammatica ed enfatica di fronte alle scorrettezze (più o meno inaspettate) del Capo del Governo, appello al "mos maiorum" dell'epoca d'oro (?) della Prima Repubblica, etc.

Intanto il calderone del PD era, e continua ad essere, in piena ebollizione. Scontri tra correnti, guerre di posizionamento in vista della successione, dichiarazioni contrastanti. Dei programmi, nemmeno l'ombra. L'Europa, ormai sede di decisione per materie fondamentali come l'immigrazione, l'ambiente e il lavoro è stata completamente ignorata dal PD. Al punto che i suoi nuovi elettori non sapevano quale gruppo europeo avrebbero contribuito a rafforzare. Cohn-Bendit, in Francia, ha preso un sorprendente 16% dei voti con una lista di partiti verdi che mettevano al centro una risposta europea alla crisi, fondata su green economy e contrasto della crisi su scala continentale. Il PD niente. Non ha fatto altro che andare a ruota delle polemiche scatenate da Repubblica sulle veline.

Se il PD deludeva, gli altri partiti del centro-sinistra erano ancora peggio. Di Pietro è un populista più nocivo di Berlusconi, Diliberto e Ferrero sono rimasti ancorati ad un comunismo ormai fuori dal mondo, i radicali vanno avanti a pagliacciate e arrivano ad appiccicarsi sul petto stelle gialle di pessimo gusto.

In mezzo a questo immobilismo, a me sembra che qualcosa un paio di mesi fa si sia mosso. Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia, ha deciso di uscire da Rifondazione e fondare una sinistra laica, ambientalista e riformista che abbia un'ambizione governativa. Che non si chiuda nelle diverse identità del passato ma abbia il coraggio di rivendicare alcuni dei principi che stanno a cuore a molti milioni di italiani di sinistra. Una sinistra che ritorni a dettare l'agenda politica italiana, modernizzi l'Italia, ridia speranza ai lavoratori precari, investa sulla transizione verso le rinnovabili, estenda i diritti civili e rimetta al centro cultura, istruzione e informazione.

Una sinistra quindi che non si compiaccia del suo ruolo di opposizione ma che si metta ad unire tutti coloro che, insieme al PD, vogliono governare il paese in modo alternativo a Berlusconi. I partiti che hanno aderito sono ancora molto diversi, ma, fatto importante, i loro esponenti di punta si sono tutti distinti per un'ottima attività di europarlamentari a Strasburgo. Ora che sono stati estromessi dall'Europa, possono tornare in Italia e dedicarsi a tempo pieno a costruire una sinistra in grado di radicarsi nel paese e di parlare con autorevolezza alla società. Di presentarsi agli italiani come la novità da cui ripartire per uscire dalla crisi riscoprendo i principi della solidarietà, dell'uguaglianza e della laicità dello Stato. Spingendo il PD a riconsiderare la sua improduttiva rincorsa ai voti "centristi".

Io non sopporto i personalismi e non sono mai stato un "fan" di qualche politico particolare. Ma sentire parlare Vendola, oltre ad emozionarmi, mi ha fatto capire quanto bisogno ci sia ancora, in Italia, di persone di sinistra che si impegnino in politica e per migliorare le condizioni di chi si trova in difficoltà.

Quindi voglio essere ottimista e sperare che il partito di Vendola diventi presto un importante spalla del PD e contribuisca a preparare un futuro migliore per il nostro paese.

Video Conclusione Elettorale Campagna Sinistra e Libertà

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