venerdì 4 ottobre 2013

Ridere Ridere Ridere ancora...mentre l'Italia affonda.


L'Italia è un paese di comici. Abbiamo inventato la Commedia dell'Arte, il Carnevale, i buffoni, i giullari....

Il riso ha avuto in passato una funzione catartica e di denuncia del potere da parte del popolo. Ma siamo sicuri che sia ancora cosi' ? Guardando la TV italiana dall'estero, si ha l'impressione che gli unici ad avere il coraggio di dire le cose siano, appunto, alcuni comici, come Crozza, che ogni martedi' esprime sarcasticamente il suo sbigottimento per la situazione rocambolesca della politica italiana. 

Se Crozza come comico e imitatore è bravissimo, dubito che possa avere qualche influenza sulla coscienza intorpidita degli italiani. Ora mi obietterete che la funzione del comico non è questa, che lui deve far ridere e basta. Io pero' inizio a pensare che non solo questo dilagare di risate sia inutile, ma che possa diventare dannoso.

La risata, in Italia, non è più quella reazione liberatrice e eversiva tanto temuta negli ambienti totalitari o dei monasteri del Nome della Rosa. è ormai diventato un fatto banale e inflazionato, usato spesso per coprire o far passare inosservati i comportamenti e le dichiarazioni più gravi e pericolose. Lynda De Matteo ha spiegato bene, nel suo libro "l'idiota in politica", come la Lega Nord si sia permessa di sdoganare il razzismo più bieco a colpi di mascherate e messe in scena. Berlusconi accusa chi non rida dei gay, dei neri o delle donne vilipese di "non avere senso dell'umorismo". Ferrara disse che chi aveva qualcosa da ridire sulle prostitute minorenni era un "protestante bacchettone".