martedì 18 maggio 2010

Contro Grillo: un demagogo che si ispira a Berlusconi copiandone i mezzi e i fini





Federico Valetti, responsabile del movimento 5 stelle di Pinerolo, ha risposto ad un mio articolo apparso sull'Eco delle Valli, in cui denunciavo i rischi del populismo. La sua risposta merita una breve replica, non fosse altro perché ripropone con sconcertante leggerezza una sorta di sunto della pericolosa demagogia "grillina".





Valetti denuncia la "degenerazione" della politica italiana senza accorgersi (oppure -peggio- senza ammettere) che il Movimento di Grillo ne è il sintomo più evidente. In un paese dominato dal populismo mediatico di Berlusconi, in cui la deformazione della realtà operata dalle televisioni monopolizzate ha raggiunto un livello paragonabile all'Unione Sovietica, Grillo (così come Di Pietro e, per certi aspetti, Santoro e Travaglio) hanno visto nella frustrazione dell'elettorato non berlusconiano l'occasione di ottenere soldi e potere. In che modo? Usando tre tecniche ben note agli organi di propaganda dei regimi autoritari: la semplificazione della realtà, la sua deformazione e le calunnie ingiuriose verso gli avversari. Grillo si ispira a Berlusconi quando mette in circolazione filmati manipolati in cui sembra che la Bresso abbia detto ad una anziana signora della val Susa "muoia, signora" (si è poi scoperto che era stata maliziosamente tolta la negazione "non"). Quando non ricorre apertamente alla calunnia e alla diffamazione, Grillo si cimenta nella seconda attività tipica del suo blog, comune ad un giornalista come Travaglio (tutti, guarda caso, sedicenti "custodi dei fatti"): la semplificazione. Si veda, ad esempio, la polemica sulla nuova legge forestale con cui la Bresso ha autorizzato il disboscamento finalizzato alla produzione di energia da biomasse di una parte dei boschi piemontesi abbandonati e potenzialmente causa di incendi. Ecco come Grillo, disinteressato e zelante servitore della verità, ha titolato il suo "scoop": "La distruzione dei Boschi- La legge Attila-Bresso". Si prende insomma un aspetto- il più sensazionalistico- di una vicenda, lo si estrapola dal suo contesto e lo si fa passare per una rivelazione della verità concessa ad un “popolo” indiscriminatamente onesto e buono riunito intorno al capo carismatico e ansioso di liberarsi della "casta" che lo opprime. Inutile dire che a fare le spese di questo cinico procedimento sia proprio la verità: i lettori non devono essere informati su tutti gli elementi suscettibili di indebolire la tesi diffamatoria e alleviare la loro indignazione verso l'avversario da "demolire" (in questo caso, viene taciuto che il disboscamento del Piemonte negli ultimi anni è diminuito drasticamente, che sempre più boschi si trovano in pericolose condizioni di trascuratezza, che l'Italia sfrutta le biomasse ricavate dal legname meno degli altri paesi europei, etc.). Infine, la demolizione sistematica della credibilità degli avversari, basata su avvenimenti inventati o de-contestualizzati, è una tecnica ben sperimentata dai fascisti nei primi anni '20, e ultimamente molto cara anche a testate berlusconiane come Libero e il Giornale. Guarda caso, i personaggi presi di mira sono sempre più spesso di sinistra, parte politica in questo momento in preda allo scontento, e dove si possono quindi trovare più facilmente nuovi voti: Attila-Bresso, Morfeo-Napolitano, Alzheimer-Prodi, etc.


Quando si passa ad analizzare le sue proposte, le inquietudini suscitate da Beppe Grillo non possono che aumentare. Il fatto che il sig. Valetti elogi la Lega, che a suo parere “ ha svolto un ottimo lavoro di ricucitura con la base" è spia della totale incapacità dei grillini di avanzare proposte che non siano modellate sulle pulsioni più razziste e oscure che si annidano nella nostra società: mai come in questo momento, c'è bisogno di un partito che spieghi alla gente i benefici della mescolanza e dell'incontro tra culture e metta in guardia contro i rischi del ripiegamento identitario e della preponderanza del "gruppo" sulla responsabilità e capacità critica di ogni cittadino. Ancora più grave è l'assoluto disprezzo che Grillo mostra non soltanto verso le più alte cariche dello Stato, ma anche verso i principi costituzionali più basilari. Dire che i condannati con sentenza definitiva non possono essere eletti, significa andare contro il principio dell'uguaglianza di tutti i cittadini i quali, una volta scontata la pena, sono reintegrati in tutti i loro diritti, compresi quelli di elettorato attivo e passivo.





Per rispondere quindi alle accuse alla sinistra “di non saper coinvolgere la gente”, di “credersi superiore” e agli altri luoghi comuni riportati da Valetti: se essere “vicino alla gente” significa assecondare le paure alimentate dalla propaganda berlusconiana e contribuire a gettare benzina sul fuoco dell'anti-politica e del già debole senso civico degli italiani, calunniando gli avversari e distorcendo a tavolino la verità, allora è meglio rimanere distanti ma non abdicare ai principi della solidarietà, della trasparenza e della democrazia. Il berlusconismo prima o poi finirà. Ma se, intanto, il centro-sinistra sarà stato egemonizzato da Grillo e Di Pietro, due populisti che, esattamente come Berlusconi, dietro la loro maschera propagandistica di incarnazioni del bene scese in campo per liberarci dal male, perseguono esclusivamente i loro interessi personali, questa lunga attesa non sarà servita a nulla.

1 commento:

  1. Ciao, da nomade delle ideologie politiche, in quanto in tutte le ideologie ci sono cose buone e sbagliate, dico che sarebbe bello mescolarle in modo da far nascere qualcosa di veramente nuovo e migliore (proprio come è sempre stato quando si integravano nuove culture e conoscenze e quindi si migliorava la società sia culturalmente che economicamente). Purtroppo gli interessi personali e la spiccata incapacità di molta gente che fa politica porta alla ribalta personaggi mediatici e manipolatori che approfittano dei più "instabili" (per non dire deboli ma chiamiamoli pure indecisi). Anche Grillo ha i suoi interessi e guardando bene cosa propone, spogliandolo della sua aurea magica che lo avvolge, si può intravedere un pericolo terribile. L'era dell'informazione non informazione, ovvero il CHAOS (e quindi più facilità di controllo). Il suo cavallo di battaglia è la distruzione della TV e dei giornali (ormai obsoleti e faziosi) e propone come forma di informazione il web... Io chiedo alla gente di ricordarsi ogni tanto che il web non è scritto da Dio ma da persone, esattamente come i giornali e i telegiornali. Il problema reale è che nel web non c'è controllo, pertanto chiunque può "sparare" qualsiasi cosa impunemente. Se poi lui si crede il portatore della verità assoluta essendo uno dei blog più letti al mondo (cosa che mi preoccupa ancora di più e dovrebbe far preoccupare anche voi), probabilmente si sentirà in diritto di essere lui la vera informazione. Nella troppa libertà spesso si perde la verità e questo mi sembra proprio il caso.
    Anche i sindacati che dovrebbero difendere i cittadini e i lavoratori hanno girato loro le spalle. Io non credo che possa essere una persona (Grillo) a cambiare le cose ma solo uniti tutti insieme potremo cambiare le cose... come? non lo so ma non certo (credo) attraverso un "movimento" di proprietà privata di una persona con regole non ben chiare e con dinamiche ancora meno chiare.
    Saluti da un italiano sornione che aspetta di svegliarsi in un altra realtà :)
    OutOf74

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