martedì 14 settembre 2010

Berlusconi è al crepuscolo, ma perché il PD non vince e convince ancora di meno?





Ormai da qualche mese va prendendo corpo la possibilità che Berlusconi non porti a termine la sua terza, sciagurata e nefasta legislatura. Siamo in milioni a sperarlo, siamo ben più del 50% degli italiani dato che ormai  tutti i sondaggi danno il PDL sotto il 30% e la Lega intorno all 11. Forse stavolta ci siamo, mi dico ogni volta che leggo dello sfilamento di un alleato di Berlusconi. Il primo fu Follini. Poi Casini. Ora Fini con un bel manipolo di parlamentari La maschera del dittatore megalomane è caduta. A censurare la sua politica liberticida,  le sue pulsioni maschiliste e narcisiste, il suo sprezzo per le regole democratiche e la libera concorrenza non sono più i soliti "4 gatti delal sinistra." Ma tutte le testate che non fanno parte del suo arsenale mediatico (Tg1, Tg2, Tg4, Tg5, Tgcom, Studio Aperto) e editoriale (Libero, il Giornale, il Foglio, periodici della Mondadori, etc.). La stampa controllata da imprenditori diversi da Berlusconi,  ovvero la stampa libera, ha insomma definitvamente voltato le spalle a questo governo. Il 60% degli italiani, nonostante vengano bombardati giorno e notte da una propaganda televisiva chiaramente ispirata allo stalinismo sovietico, ha deciso di interrompere la fiction sull'avventura dell'imprenditore di Arcore sceso in campo per liberarci dal comunismo (anche se con un ritardo di 5 anni dopo la caduta del muro di Berlino!).


 
La sinistra non ha mai avuto un'occasione cosi' ghiotta per battere Berlusconi. Nulla di paragonabile al 1996 o al 2006, quando Berlusconi era ancora alleato di Casini e Fini e godeva ancora di largo consenso nella società. Il grande dittatore, sbalzato da cavallo, è agonizzante e protetto ormai da una residua manciata di pretoriani lautamente pagati. Eppure, nessuno dal campo avverso ne approfitta per assestargli il colpo di grazia. Le truppe del centro-sinistra sono allo sbando tanto quanto quelle del centro-destra. La malattia del populismo ha contagiato grillini e dipietrini, che si prestano più o meno consciamente a mantenere Berlusconi in vita, intenti come sono nello sparare sui propri alleati pur di raccattare qualche voto in più. Nelle loro fila si sono infiltrati tutti i morbi del Berlusconismo: la semplificazione, il populismo, il linguaggio grossolano, la predilezione tipicamente leghista per le paure e le pulsioni oscure dell'essere umano. Il PD è quindi costretto a destreggiarsi tra due fuochi: gli ultimi colpi di coda del PDL e i colpi di artiglieria che provengono da un campo teoricamente "amico".

Solo insidie esterne quindi? No, il PD manca prima di tutto di una proposta politica radicalmente diversa da quella berlusconiana. Per carità, lungi da me delirare come Grillo quando in maniera intellettualmente disonesta e opportunistica parla di PDmenoL. L'Italia guidata dal PD si troverebbe in acque ben migliori, sarebbe un paese più libero, moderno e trasparente nella gestione della cosa pubblica. Tuttavia, se il PD non riesce né a vincere né, men che meno, a convincere, le cause vanno ricercate anche nella sua eccessiva moderazione e incapacità di assumere posizioni che profilino un'Italia radicalmente diversa. A cominciare (perché si tratta di un capitolo determinante) dalla laicità dello Stato. Un partito di sinistra vince e convince quando sa contrastare la destra sul tema dei diritti: la destra nega i diritti perché conserva lo status quo, la sinistra deve battersi per estendere i diritti anche alle categorie che ne sono escluse. Non è un caso se Fini, che ha per molti versi scavalcato il PD a sinistra, insiste cosi' tanto sui temi etici (coppie gay, fecondazione assistita). Il Presidente della Camera sa che nella società italiana si sta creando una fascia di popolazione che è a disagio in un paese clericale, in cui ai gay è vietato vedersi riconosciuta la loro unione, alle persone in coma irreversibile smettere di vivere, agli italiani non-cattolici studiare in scuole senza crocifisso. Questa fascia di popolazione è trasversale ai partiti e cresce di giorno in giorno grazie all'avanzamento dell'istruzione e all'afflusso di stranieri nel nostro paese.

Di fronte a questa situazione, cosa vuole fare il PD? Lasciare che Fini sia l'unico portavoce di quest'Italia del futuro? Continuare a farsi dettare l'agenda dal Vaticano, sostituendo nella commissione sanità Ignazio Marino con Dorina Bianchi? Inseguire il miraggio dello "sfondamento al centro", bacino elettorale arci-affollato da UDC, Rutelli, Lombardo, etc? Io spero che il PD capisca che per tornare a vincere bisogna avere il coraggio di battersi per il rispetto della laicità in Italia. Zapatero ha avuto questo coraggio e infatti il suo PSOE governa da due mandati la cattolicissima Spagna. E il PD, da che parte sta? Con Zapatero o con Ratzinger?

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