martedì 17 maggio 2011

La fine del tiranno e i rischi per l'opposizione


"Nunc est bibendum", ora bisogna bere (o stappare lo champagne, come si direbbe oggi), scrisse il lirico greco del VII secolo a.C Alceo, alla caduta del tiranno di Mitilene, Mirsilo, suo acerrimo nemico. Questo primo turno di elezioni amministrative sembra aver segnato la fine del feeling tra Silvio Berlusconi e la maggioranza degli italiani. La nostra democrazia, benché aggredita, vilipesa e delegittimata in questi anni da Berlusconi e i suoi accoliti, ha dimostrato di poter reggere agli attacchi autoritari che le vengono portati. Gli italiani hanno voluto finalmente esprimere la loro insofferenza di fronte ad un potere arrogante, autoritario e incurante dell'interesse collettivo.




Tuttavia, se è più che legittimo rallegrarsi dell'epocale sconfitta di Berlusconi, in particolare a Milano, città da cui è cominciata la sua funesta avventura politica, festeggiare mi sembra prematuro per due motivi.

Prima di tutto, Berlusconi ha già dimostrato la sua determinazione a rimanere attaccato al potere ad ogni costo. Lecito dunque aspettarsi nelle prossime settimane e nei prossimi mesi un ultimo disperato tentativo di scatenare una guerra civile in cui impegnerà il suo colossale arsenale mediatico ed economico: re-edizioni di killeraggio politico con il metodo Boffo, pubblicità invadenti e straripanti su media personali e gigantrografie in tutti gli spazi pubblici italiani, attacchi feroci a stampa indipendente e organi di garanzia (magistratura, Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale), trattative per far passare dalla sua parte altri deputati.

In secondo luogo, è doveroso interrogarsi sull'attuale capacità di governare delle opposizioni. Se unirsi per rovesciare democraticamente un potere autoritario e anti-democratico è un compito più che nobile, cio' non significa che coloro che si oppongono a tal potere siano automaticamente esenti dal populismo di cui si sono liberati. Le liste di Beppe Grillo mi sembrano un elemento molto pericoloso per la democrazia, perché vanno esattamente nella direzione opposta a quella di cui avremmo bisogno. In un'epoca in cui c'è disperato bisogno di coinvolgere i cittadini e riavvicinarli alla politica, i grillini ricercano il consenso con l'attacco indiscriminato e violento dell'attuale classe politica. All'analisi paziente e accurata della complessità della nostra società,  essi preferiscono (in maniera non dissimile da quella di Berlusconi) una visione artificiosa e manichea in cui un popolo presuntamente onesto e buono è vittima dei soprusi di una classe politica incondizionatamente corrotta e disonesta. Ovviamente, a tutti i vizi che rimproverano ai politici sfugge solo una ristretta cerchia di individui di comprovata onestà e senso civico: i candidati 5 Stelle, gli unici custodi della verità dispensata quotidianamente dal blog del loro santone.

Se poi i toni che accompagnano i comizi di questi candidati che si presentano come "puri ed integri" ricalcano pericolosamente la retorica di Hitler (al comizio di Pinerolo di Beppe Grillo sono rimasto colpito dall'utilizzo del verbo "disinfettare" applicato ai consigli comunali) e la loro propaganda non risparmia la calunnia e il colpo basso a scopo di diffamazione (contro la Bresso venne appositamente modificato l'audio di un video) ben si capisce che le manovre di Grillo siano, oltre che ciniche ed opportuniste (i soldi affluiscono a palate dal suo blog e i seggi nelle amministrazioni locali si moltiplicano) gravemente nocive per la nostra democrazia.

Per fortuna, tra le opposizioni, ci sono anche segnali entusiasmanti. Il principale è quello dell'efficacia dello strumento delle primarie. Ad un PDL sclerotizzato attorno all'adulazione del suo leader-padrone, la sinistra ha saputo oppore una serie di candidati eterogenei, espresisone di partiti diversi e adatti ai differenti contesti. Le primarie, strumento introdotto dal PD ma saggiamente esteso agli altri partiti, hanno permesso di rendere la diversità del centro-sinistra una risorsa e non una zavorra. Proprio dalle primarie bisognerebbe partire per i prossimi, decisivi appuntamenti elettorali. Indispensabile sarà l'apertura a tutte le forze di opposizione sinceramente disposte a partecipare alla ricostruzione del paese con serietà, rispetto per le istituzioni e per la democrazia.

Marco Genre

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