domenica 24 marzo 2013

L'inganno democratico di Beppe Grillo e la crisi dell'Italia




Sono mesi che non aggiorno questo blog. Basta scorrere i miei post più vecchi per vedere come il populismo di Beppe Grillo sia stata una delle mie più grandi preoccupazioni per l'Italia fin dal 2009, e anche prima, fin dal 2007, quando scrivevo sul forum della mia Università.

Ebbene, quelle preoccupazioni erano fondate. Grillo ha saputo meglio di tutti intepretare l'umore della popolazione e cavalcare l'onda dello scontento e della frustrazione per la situazione in cui si trova l'Italia. Le mie inquietudini verso il fenomeno Grillo in questi anni sono aumentate e oggi temo che intorno alla minaccia di Grillo si giochi la sopravvivenza della democrazia italiana.

Il 24 febbraio è stato per me uno shock violentissimo. Quasi due terzi degli italiani hanno infatti deciso di dare il proprio voto a due figuri (Berlusconi e Grillo) che non si riconoscono nelle istituzioni repubblicane e nello spirito della Costituzione. Questo significa che oggi, se per qualche motivo la democrazia italiana venisse sospesa, più della metà degli italiani perlomeno non protesterebbe e non si sentirebbe in pericolo..

Se le tendenze eversive di Berlusconi sono ormai assodate, quelle di Grillo emergono sempre più chiaramente alla luce del sole. Il suo movimento è sorto intorno ad un insulto "vaffanculo" rivolto indistintamente a tutta la politica e al mondo delle istituzioni -basti pensare alle continue ingiurie al Capo dello Stato. Nei primi giorni della legislatura, Grillo ha espresso la sua insofferenza verso l'articolo della Costituzione che sancisce l'assenza di vincolo di mandato dei parlamentari, verso il voto segreto per i presidenti delle Camere e tutte le "inutili lungaggini" delle elezioni delle cariche delle Camere del Parlamento. Grillo non parla con la stampa italiana e nei suoi comizi attacca l'Europa, i francesi e i tedeschi, rispolverando un linguaggio nazionalista e xenofobo che speravamo confinato alla Lega.

Era insomma dai tempi di Mussolini che nessuno osava attaccare al contempo le istituzioni, la Comunità internazionale e la stampa libera.

 Ma il problema democratico più grave che il grillismo pone secondo me è il seguente : a chi rispondono i deputati grillini? Qual è la cinghia di trasmissione tra loro e i loro elettori ? La democrazia digitale è un'utopia, che nasconde in realtà l'intento di Grillo di fare quello che piace a lui. Dire "decidono tutti" è come dire "non decide nessuno, quindi alla fine decido io".

Il consenso Grillo non l'ha infatti trovato attorno ad un programma, ma attorno a dei NO (per altro alcuni anche giusti, come la riduzione dei costi della politica). Quando si tratta di costruire, bisogna fare delle scelte (come per esempio sostenere o meno un governo Bersani) ed è inevitabile che un partito abbia una pluralità di posizioni interne.

Grillo l'ha capito e infatti si sta comportando da leader-padrone, minacciando di espellere chiunque non faccia quello che dica lui. Non si parla né di confronto con la base, né di referendum on-line per vedere se gli italiani vogliano o meno un governo Bersani. Insomma, Grillo pensa a sé stesso e al suo portafoglio. Come tutti i migliori manipolatori, questa sua strategia di arricchimento personale è mascherata da una facciata di parole d'ordine demagogiche, come "uno vale uno", "il potere ai cittadini"..... Tutti slogan già visti e sentiti che hanno fatto da preludio alle peggiore avventure totalitarie della nostra storia.

L'unica speranza è che i grillini si ribellino a Grillo e che gli italiani capiscano la truffa e gli rivolgano quel corale "Vaffanculo" con cui lui stesso ha cominciato la sua nefasta carriera politica.


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